Il 20 maggio 2016 è stata firmata dal presidente della Repubblica la legge Cirinnà per l'istituzione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, qualificate come "formazione sociale specifica" con esplicito riferimento all'articolo 2 della Costituzione e non all'articolo 29 (che tratta l'istituto del matrimonio).
Il testo originale prevedeva, insieme a una serie di situazioni giuridiche sostanzialmente simili a quelle previste per il matrimonio, il dovere di fedeltà tra i componenti dell'unione civile e la possibilità di adottare il figlio naturale del partner (la cosiddetta stepchild adoption), poi stralciati in seguito alle numerose polemiche nonché ai profondi dissidi nella maggioranza di governo e nello stesso partito proponente.